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PUCINO SFIDA IL PASSATO: GRAZIE ASCOLI, MA IL BARI E’ PRONTO PER STUPIRE ANCORA

di Pierpaolo Paterno

BARI – Punto di forza quasi inamovibile nello scacchiere difensivo del Bari di Mignani, Raffaele Pucino si sta ritagliando un nuovo spazio di popolarità in Puglia. Concreto e di sostanza, il difensore casertano classe ’91 è intervenuto nella tarda mattinata di oggi nella rituale conferenza stampa di inizio settimana. La stessa che sabato prossimo condurrà alla sfida del San Nicola contro il suo ex Ascoli.

Nella stagione 2016/17, Pucino ha vissuto il campionato più prolifico con cinque gol indossando la maglia del Vicenza. Quindi le due reti messe a segno in 49 presenze dal 2019 al 2021 con l’Ascoli. Società dalla quale il Bari lo ha prelevato lo scorso 2 settembre 2021 facendogli sottoscrivere un contratto biennale: “A Vicenza mi superai. Ma i miei due gol all’anno li ho sempre fatti. Spero di continuare anche col Bari, anche se abbiamo chi li fa. Ci penso poco”.

In vista, il suo recente passato: “Ad Ascoli ho trascorso due anni intensi. Partimmo con un obiettivo e ci ritrovammo ad inseguirne un altro. Nella seconda stagione, insieme al ds Polito, abbiamo fatto qualcosa di miracoloso. Ascoli è una piazza importante, vive di calcio”. Il presente è col Bari: “In queste otto partite, abbiamo dimostrato di giocarcela con tutti. Ragioniamo partita dopo partita. I risultati ti portano consapevolezza e a stare sul pezzo. Vincere ti aiuta a lavorare in settimana col sorriso. Quello che stiamo facendo è sotto gli occhi di tutti. E’ un Bari pronto, con una propria idea di gioco ed un proprio carattere”.

“Uno dei punti di forza del Bari – sottolinea – è il gruppo. Tra noi c’è una sana concorrenza. Rispettiamo le scelte dell’allenatore. Pensiamo al bene del Bari e non a quello personale. Con gli uomini che abbiamo nello spogliatoio, sarà così sino alla fine”. Resta il giallo dell’espulsione di Cagliari: “Sono una persona autocritica. Quando sbaglio, chiedo scusa. In quella occasione, sono stato buttato fuori per aver detto all’arbitro ‘Che ca..o fischi’. E’ stato un insegnamento e la prossima volta eviterò di dirlo. Ma non penso di avere grandi colpe. Negli standard, si può fare tutto”.

L’abbraccio di cuore di Venezia, a fine gare, con il ds Polito: “Il direttore è una persona diretta e sanguigna. I calciatori li considera dei figli e per loro si butterebbe nel fuoco. A me ha dimostrato tanto, non con le parole ma con i fatti. Nel momento giusto, c’è sempre stato. Alla base ci deve essere sempre qualcosa di professionale. Se viene riconosciuto il lato umano, meglio. A Polito dirò per sempre grazie. L’ho sempre trovato a darmi una mano”.

Sei squadre in tre punti. Per la sua esperienza in B, due parole sul torneo cadetto in corso: “E’ sempre il campionato in cui non devi dare nulla per scontato. La continuità è fondamentale. Noi stiamo dimostrando di avere tante qualità per questo campionato. In C avevamo l’obbligo di vincere e dimostrare di essere nettamente superiori alle altre. Quest’anno, tocca alle altre preoccuparsi di questo”. Il merito dei risultati del Bari c’è anche lo zampino del preparatore atletico D’Urbano: “Lui ci tiene sempre sulla corda, pretende la massima concentrazione. E’ innegabile che le altre squadre fanno fatica a mantenere il confronto fisico con noi. Io, rispetto all’anno scorso, sto messo molto meglio”.

Pucino, ago della bilancia tattico rispetto all’altro terzino Ricci, vocato ad una maggiore propulsione: “Per caratteristiche Ricci è più offensivo di me. Occorre equilibrio di squadra. E’ giusto che lui si sbilanci e che io, quando serve, resti dietro. Sono in scadenza di contratto, non ho mai avanzato richieste. Come sempre, gioco al lavoro che devo svolgere. Scelgo le persone. Devo sempre dire grazie. Ognuno ha quel che si merita. Io meritavo Bari e sono contento. In B, più in alto di Bari non c’è altro”.

Bari e il suo percorso speciale: “Il grande segreto è solo il lavoro del gruppo, dello staff. Quando ti dedichi anima e corpo a qualcosa, fai sempre bene. L’anno scorso abbiamo iniziato un percorso. Lo abbiamo vinto, meritandolo ampiamente dall’inizio alla fine. Abbiamo un altro obiettivo, ma ce lo teniamo per noi”.

La presenza di Dorval, come alternativa nel ruolo di terzino destro: “Le cose uno se le debba sempre meritare. Se il mister ha scelto me, vuol dire che meritavo di giocare. Anche se un mio compagno ha giocato al posto, credo che Mignani non abbia messo da parte le altre partite che ho giocato. Essere schierato dall’inizio, dopo che Dorval aveva fatto bene al mio posto, vuol dire che avevo dimostrato di poter contare su di me”.

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