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BARI, PARI DI SOLIDITÀ: VIVARINI VEDE SEGNALI DI CRESCITA E CHIEDE COMPATTEZZA

Il Bari torna da Castellammare con uno 0-0 che sa di passo avanti. Al Menti, contro una Juve Stabia, la squadra biancorossa di Vincenzo Vivarini ritrova solidità, compattezza e un’identità difensiva più chiara, pur lasciando ancora aperti diversi nodi offensivi.

Il tecnico, soddisfatto a metà, parte dal peso del risultato: “Il risultato è importante. Fare punti a Castellammare non è facile. In costruzione e sviluppo, oltre che difensiva, la Juve Stabia è brava. Noi abbiamo fatto una buona prestazione. Si lavora su avere un blocco squadra compatto, avere sacrificio e spirito battagliero. Serve per ripartire. Sono convinto che si migliorerà tanto e bene”, attacca Vivarini.

Il rammarico, però, arriva dagli ultimi venti metri, ancora troppo sterili: “C’è da migliorare tantissimo. Se ti aprivi un po’, loro arrivavano in porta. Siamo stati troppo contratti nel primo tempo. Poi abbiamo preso più consapevolezza. Ci sono stati sprazzi in cui, con la palla, i mediani creavano superiorità e si manteneva il campo nonostante le pressioni campane. Sono le prime avvisaglie su quello che potremo fare. Ci siamo affidati ancora alle individualità. Prendiamo il punto con fiducia”.

Uno sguardo inevitabile va al mercato di gennaio, dove il Bari dovrà intervenire: “Sono problemi diversi, per quanto importanti. Da qui al mercato, ci aspettano tante partite. Dobbiamo restare compatti tutti insieme. La preoccupazione è fare più punti possibili sino al mercato. Ci sono i presupposti per lavorare anche in quella circostanza. Ai giocatori ho detto di lasciar perdere il contorno, di prendere fiducia e divertirsi in campo. Così vanno via le preoccupazioni”.

La lettura tattica conferma una squadra ancora in costruzione ma sulla strada giusta: “Abbiamo avuto un atteggiamento di attesa. La linea difensiva doveva risalire meglio. In certe situazioni ci siamo abbassati troppo. Occorre rimanere coi blocchi alti. Era l’atteggiamento che ci voleva contro la Juve Stabia, brava a venire fuori quando pressata. Nel secondo tempo, è andata meglio perché loro sono calati”.

All’orizzonte c’è già un match speciale: il ritorno al confronto con il suo passato, contro un Pescara che Vivarini conosce bene. “Non seguo i social e affini. Faccio il mio lavoro, con tutta la voglia e la passione. Pescara è la mia città e ce l’ho nel cuore”.

Infine il lavoro sulla trequarti, tema chiave per il salto di qualità: “Nel secondo tempo, nel momento in cui Pagano e Castrovilli prendevano le posizioni giuste, li ho dovuti cambiare perché stanchi. Vanno consolidate le posizioni e l’attacco nella profondità. Siamo usciti benissimo un paio di volte”.

Un punto, dunque, che non sposta la classifica ma può aiutare a ritrovare fiducia. Vivarini lo sa: la strada è lunga, ma lo spirito visto al Menti è un buon inizio.

foto sscbari

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