CASTELLAMMARE DI STABIA – Un Moreno Longo non esente da responsabilità, abbozza un commento al termine della sconfitta al Menti contro la Juve Stabia. Formazione iniziale sbagliata, atteggiamento della squadra scriteriato, inconcludenza su tutta la linea. Tecnica e tattica. Cambi a dir poco tardivi dopo un primo tempo senza testa né coda. Così l’allenatore di un Bari inguardabile: “E’ stata una partita a specchio, di duelli, contro un avversario di grande intensità. L’affrontavamo in una situazione diversa, a caccia di equilibri nuovi nell’anima della squadra. Non ci è riuscito nel modo migliore. Era da mettere in preventivo. Perciò, loro sono prevalsi nei duelli. Ma i miei hanno fatto il massimo di quanto potevano. Negli episodi, poteva essere più equilibrata. Il primo gol nasce da Maggiore che si perde Piscopo. Poi, diventa difficile anche per il fattore ambientale. Prendere il secondo gol al rientro della ripresa ha reso tutto più complicato”.
Campani più aggressivi, ma Bari con due punte fisiche senza resa: “Nella prima ora di gioco non c’era spazio per palleggiare. Qua dovevi venire a fare la guerra. Dovevamo snaturarci. In un campionato purtroppo ci sono anche queste partite, non proprio per le nostre qualità e caratteristiche. Siamo cresciuti nel finale quando la gara è calata nel ritmo. Ma è un errore dire che non ci abbiamo messo la verve. Ogni partita fa storia a sé perché c’è sempre l’avversario. Oggi, non abbiamo impattato come avremmo voluto”.
Bari surclassato nel primo tempo. Un filo meglio, dopo l’ingresso di Bellomo: “Maiello e Maggiore oggi hanno fatto il cento per cento. Non sono stati meno agonisti. E’ una questione di caratteristiche. Come chiedere a Pirlo di fare Gattuso. Ho visto grande impegno e volontà. Bellomo è entrato bene. Il senno di poi non mi piace. Era una partita fisica e anche lui poteva andare in difficoltà”. Si riparte dalla Cremonese: “Sono arrivati tre giocatori che ci daranno una grande mano. Arrivare a gennaio è sempre un punto interrogativo. Vanno inseriti e devono integrarsi velocemente. Si spera che scatti la scintilla per creare un contesto che possa funzionare. Non cambio le prospettive. Dobbiamo continuare a spingere e crederci. Ci sono ancora tredici partite per raggiungere il massimo possibile”.
Su Dorval: “La mia preoccupazione più grande è la serenità del giocatore. Deve stare tranquillo. Deve sapere che, al di là di tutto ciò che sta attorno, conta solo quello che si fa sul campo. Deve isolarsi e far parlare il campo. L’unica strada per continuare a fare bene”.